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lunedì 8 luglio 2013

Perchè gli insetti notturni sono attratti dalla luce

Un interessante articolo sull'attrattività esercitata dalla luce sugli insetti notturni. Estratto dal sito Maiaradis

"Ci si stupisce spesso di vedere insetti notturni attratti da lampioni o che la sera cercano insistentemente di entrare dalle finestre delle nostre case. In fondo sono notturni, perchè mai dovrebbero preoccuparsi delle fonti luminose? In realtà anche di notte la luce è importante e gli insetti hanno occhi che permettono di sfruttarla in vari modi.
La ragione principale che porta gli insetti ad essere attratti dalle fonti luminose è probabilmente legata al loro modo di orientarsi. Essi sono infatti evoluti in modo da utilizzare istintivamente la luce della luna o del sole come punto di riferimento per il volo e, quando non ci sono altre fonti di luce, questo è un vantaggio non indifferente perchè permette di volare diritti in una direzione scelta. Per fare questo cercano di volare mantenendo la fonte luminosa sempre con uno stesso angolo rispetto alla direzione di volo. Quando la fonte luminosa è lontana (sole o luna) questo comportamento conduce ad un volo rettilineo. Se invece è molto
vicina il fatto di mantenere un angolo costante con essa produce un volo a spirale che porta l’insetto fino a cadere, ad esempio, sulla fiamma di una candela o a sbattere contro il bulbo della lampadina, spesso insistentemente e fino alla morte.
Il problema si complica però se si considerano due altri fattori. Da un lato l’intensità della fonte luminosa e dall’altro la composizione della luce. Molti insetti sono attratti anche a forti intensità (per il meccanismo visto sopra): sono quelli che continuano a sbattere contro le fonti luminose. Altri insetti oltre una certa intensità vengono inibiti, sono quelli che troviamo ad esempio fermi sulle pareti di una casa in prossimità della fonte luminosa.

La sensibilità al tipo di luce (spettro) varia a seconda delle specie considerate. In genere però gli insetti sono sensibili ai colori quali il giallo, verde-blu, viola e ultravioletto (che noi non percepiamo, ma in compenso vediamo il rosso). Per essere più tecnici si può aggiungere che il giallo ha una lunghezza d’onda lunga mentre i colori come il viola e ancor più l’ultravioletto hanno lunghezze d’onda corte.
Combinando tipo di luce (spettro) e intensità (luna, sole o artificiale) l’insetto può capire se è giorno o notte e rileva anche altre informazioni sull’ambiente circostante. Per questa ragione gli insetti notturni non sono sensibili alla luce del sole e restano inattivi. L’inverso è valido per gli insetti diurni che non sono stimolati dalla luce tenue notturna. Il ciclo giorno-notte degli insetti è però legato anche ad altri fattori dei quali non ci occuperemo qui.
Molti insetti sono sensibili a determinate lunghezze d’onda in condizione di luce artificiale. In particolare la luce con lunghezze d’onda corte come il blu e il violetto fino all’ultravioletto, sono molto “stimolanti” (le lampade al mercurio che emettono in questa parte dello spettro sono estremamente efficaci per catturare insetti). La luce artificiale ha delle caratteristiche diverse da quella naturale per quanto riguarda la composizione dello spettro e la polarizzazione e di conseguenza gli insetti non riescono a gestire le informazioni che ricevono dai loro occhi e vanno in “tilt” mostrando comportamenti anomali. L’attrazione esercitata dalla luce in questi casi è conosciuta come fototropismo positivo.
La luna, invece, riflette luce sopratutto con grandi lunghezze d’onda che forniscono stimoli utili per orientarsi (per questo gli insetti non volano verso la luna).

Un altro fatto importante da considerare è la polarizzazione della luce. Gli insetti sono sensibili a questa caratteristica dei fasci luminosi e la usano per orientarsi, in particolare quando il sole o la luna non sono visibili. La luce con cielo coperto subisce una trasformazione (polarizzazione) particolare che gli insetti sanno interpretare.
Un altra spiegazione per la quale un insetto si dirigerebbe verso la luce è legata alla predazione. Se deve scappare da un pericolo ha interesse a spostarsi in direzione di una fonte luminosa piuttosto che verso il buio, infatti il buio rappresenta normalmente il suolo e in genere il pericolo.

Oggi che ci sono molte, troppe, luci artificiali gli insetti usano anche queste per orientarsi con conseguenze negative sulle loro popolazioni. L’inquinamento luminoso non è però un problema limitato agli insetti ma tocca tutti gli animali che sono attivi di notte disturbandone il senso dell’orientamento e causandone spesso la morte"

Fonti

giovedì 27 giugno 2013

Il pest control nelle grandi aree commerciali

Gli amministratori di grandi aree commerciali, per un discorso di immagine e di salute pubblica, devono poter contare su una situazione igienico-ambientale ottimale, oltre  ad un puntuale monitoraggio della stessa.


Igieneambientale.blogspot.com
Area commerciale - in questo parcheggio sarà assolutamente necessario prevedere una buona prassi antilarvale

Il responsabile all'Ufficio Sicurezza e Ambiente, o semplicemente chi controlla la situazione pest control all'interno dell'area commerciale, dovrà valutare la ditta di disinfestazione in base all'ipotesi di servizio pest control, che dovrà essere necessariamente sviluppata sui parametri ambientali e di struttura, allo storico delle infestazioni, e alle plausibili criticità dovute alla destinazione d'uso dei locali. In questo senso il panorama della disinfestazione gode di una copertura tutt'altro che lacunosa in termini di presenza sul territorio, ma proprio per questo, il parere di più esperti, può confondere le idee.
             
                   

Bisogna precisare che la disinfestazione non è una scienza esatta, e anche se la tendenza delle ASL è quella di  trovare regole e modelli di applicazione in base alle criticità riscontrate ( questo può semprare un paradosso, ma semplifica perchè definisce quali comportamenti adottare in situazioni ben definite ), non è comunque possibile capire in assoluto quale disinfestatore possa operare nel modo migliore. 

Personalmente costruisco ipotesi di servizio ad un livello di criticità variabile in base al peso di rischio degli ambienti, per tutti gli aspetti che riguardano il pest control. Questo significa riadeguare in corso d'opera il tipo di intervento, e anche se può essere più complicato da gestire da parte del disinfestatore, in termini di risposta ambientale si hanno risultati migliori. In questo modo si crea una "cartella clinica" dell'Area commerciale, e negli anni successivi, può essere importante riscontrare quale tipo di intervento abbia risolto infestazioni che plausibilmente si ripeteranno.

domenica 9 giugno 2013

Definizione dell'impianto di prevenzione e monitoraggio roditori artropodi

Descrivere quali possano essere le incidenze infestanti nelle porzioni di aree a rischio, è il frutto di un'attenta analisi del contesto su cui si intende programmare un valido servizio di pest control. Innanzitutto è necessario pesare l'impianto, assegnando valori di rischio in relazione alla porzione di ambiente presa in esame. Il concetto di peso del rischio in merito alla sensibilità dei locali presi in considerazione, è in relazione ai problemi di tipo normativo e operativo, che deriverebbero da una presenza infestante in quei locali.


Le porzioni di impianto si suddividono in anello esterno (pertinenze di servizio, perimetro esterno   ) anello centrale ( perimetro edificio, ingressi  ) anello interno ( linea di produzione, locali operativi ). Ogni anello concorre alla definizione dell'impianto di monitoraggio. Per contesti dai cui parametri ambientali possano derivare rischi concreti per presenza di agenti infestanti ( presenza di canali, aree adiacenti non salubri ) è bene prevedere l'apposizione di erogatori lungo i perimetri insistenti di quelle stesse aree. Se invece sono i parametri strutturali a evidenziare criticità riguardo al possibile stazionamento di infestanti ( controsoffitto, pavimento galleggiante, feritoie, presenza di griglie ), tali specifiche di edificio si configurano di come punti critici di controllo all’interno dell’impianto di prevenzione e monitoraggio. L'anello interno è quello che in termini di peso del rischio risulta più importante, in quanto vengono coinvolte nella valutazione i locali operativi, nei quali la tolleranza sulla presenza di agenti infestanti è nulla.



Ogni punto di controllo, in base alla propria soglia di rischio e al proprio anello, definisce una pressione infestante, il cui valore innesca le azioni correttive concertate col cliente. Si può programmare infatti un riadeguamento in corso d’opera dell’impianto nel momento in cui la pressione infestante risulti troppo alta in certe porzioni degli ambienti monitorati. Per diminuire questa pressione il primo passo è aumentare il numero di postazioni per la cattura nell’area  in esame, e continuare con monitoraggi o trattamenti ravvicinati, fino a quando la situazione non sia rientrata nell’intervallo di accettabilità precedentemente concordato.

mercoledì 29 maggio 2013

Il trend semestrale

Una delle caratteristiche fondamentali di un buon piano di prevenzione e monitoraggio su roditori e artropodi, è l'applicazione di strumenti che permettano al controllo qualità, di verificare anche la tendenza delle colonie infestanti presso i locali operativi. Le informazioni contenute nel trend, sono le soglie di rischio all'interno dell'esca relativa e il mese di monitoraggio. Il modello riportato è un esempio sommatoria di aree successive, per cui si hanno informazioni sul singolo mese e sul perioo complessivo. 


In questo esempio sono codificati 12 punti critici di controllo e 6 mesi di monitoraggio. Le soglie di rischio vengono inserite con valori da 0 a 2. Normalmente la ditta di disinfestazione che si occupa della prevenzione e monitoraggio all'interno dell'azienda alimentare, produce il pest management book, che a richiesta può contenere anche il trend semestrale.

martedì 28 maggio 2013

Soglie di rischio

L'accettabilità degli agenti infestanti presso gli ambienti di produzione alimentare è pari a zero. Nella pratica è impossibile che si verifichi un'assenza di infestanti continuativa, il consulente per il pest control, al fine di contenere il problema, è tenuto a concertare col cliente un valido programma di monitoraggio infestanti, analizzando lo storico degli interventi sull'impianto di prevenzione/monitoraggio. Anche attraverso questi dati è possibile stabilire in quali periodi dell'anno si possano presumibilmente presentare eventuali fasi critiche, e intervenire in anticipo con una corretta prassi di igiene ambientale. Di conseguenza, se la soglia di rischio accettabile è pari a zero, quello che definisce il trattamento straordinario/azione correttiva o il riadeguamento dell'impianto, è la soglia di intervento - parametro che deve essere consigliato dal disinfestatore e accettato dal cliente.

Nel momento in cui viene rilevato un consumo superiore a 10 grammi di esca (1/10 di stick, 1/3 di rat Block, 1 Pasta fresca ), è il caso di posizionare carte collanti in nuovi punti critici individuati in prossimità di ingressi/uscite, angoli etc...nel raggio di 10/15 Metri dall'infestazione rilevata. Nel caso venga riscontrato un consumo per 1/3 su una Rat Block, ci troviamo di fronte a 2-3 porzioni di consumo giornaliero di Mus Musculus, ed è già il momento di intervenire nei pressi del punto di controllo infestato, con riadeguamento dell'impianto e sopraluoghi ravvvicinati fino alla scomparsa delle mangiate.

Allontanamento volatili

L’allontanamento di volatili infestanti è un argomento le cui soluzioni richiedono conoscenze sia in campo veterinario, che territoriale, poichè entrambi gli aspetti possono influenzare il comportamento di questi animali.



La lega italiana protezione uccelli, negli ultimi anni ha sottolineato come alcune specie infestanti di volatili si siano abituate a vivere in ambienti fortemente antropizzati, tale presupposto costringe gli esperti della disinfestazione a creare modelli e soluzioni nuove per l’allontanamento volatili, questo poichè forme di dissuasione inanimata ( il classico spaventapasseri ) non impauriscono più piccioni, storni, gabbiani e colombi. La diretta conseguenza di ciò è il progressivo avvicinamento da parte di questi infestanti verso i centri abitati, che è causa di non pochi problemi di igiene ambientale - basti pensare al guano, che oltre a veicolare numerosi agenti patogeni, è fonte di alimento per blatte ( un circolo vizioso di infestazioni ).


I consulenti per il Pest Control raccolgono i parametri ambientali dei luoghi infestati e in base ad essi creano le condizioni per un allontanamento ecologico di questi volatili, anche simulando la presenza di rapaci e creando così un ambiente fortemente ostile. In questo modo si innescano forti reazioni di paura, che gli uccelli riescono a gestire solo con la fuga, perdendo così di fatto la stanzialità acquisita nei confronti di Habitat con massiccia presenza umana.